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Perché mia figlia mi risponde sempre male?

Una figlia che risponde male ai propri genitori (più frequentemente alla mamma) è uno dei copioni tradizionali dell'adolescenza.

Siamo in una fase della vita molto particolare e spesso i genitori provano a prepararsi per molti anni. Tuttavia, capita che le emozioni prendano il sopravvento nella gestione di conflitti annunciati.

Fin dalla prima infanzia può accadere che i figli inizino a esprimere loro stessi mettendo al centro i propri bisogni. La differenza è che ai genitori fa sempre molto sorridere quando un bimbo o una bimba di 2 anni esclama “non tu mamma, io” o “tu via, io sto qui”. Ma queste frasi, per le quali i genitori simpatizzano, sono solo l’inizio di quello che esploderà con l’adolescenza. È il tempo in cui ogni figlio, in quanto individuo, cerca di separarsi dagli adulti alla ricerca della propria autonomia. La bambina che esprimeva in modo buffo indipendenza diventa la figlia che risponde male.

 

 

Non siete in guerra

 

Quando quella che era una bimba dolce diventa più grande, la lingua si fa tagliente, l'atteggiamento più audace e aggressivo con exploit di fronte ai quali le mamme sorridono decisamente meno. La sensazione è quella di avere qualcuno in casa che ci faccia la guerra, che afferma puntualmente il contrario, che agisce con l’unico scopo di suscitare rabbia.

“Sono certa che lo faccia apposta per farmi arrabbiare!”. Alzi la mano chi non l'ha detto o chi non l'ha sentito dire. La percezione del conflitto aperto con coscienza e scienza marziale ci appare inconfutabile, ma non è così. In realtà, la figlia che risponde male sta cercando di capire chi sia, di capire cosa le piaccia e cosa no, cominciando a definirsi proprio per negazione. In sostanza, mette distanza per focalizzare se stessa.

Prima di riuscire a trovare un equilibrio oscillerà da un eccesso all’altro esattamente come quando si riceve la prima spinta forte in bicicletta e si lotta per non cadere. Occorre pazienza e un grande spirito di adattamento. Con qualche accortezza.

 

 

Rivedi le regole

 

Distanziarsi, sperimentarsi, rischiare sono le richieste più o meno esplicite e generalmente lecite di un figlio. Potrebbe capitare di osservare uno spettacolo nuovo e non è affatto detto che ti piaccia sempre. Tuttavia, devi riuscire ad astenerti dalla critica brutale: se noi siamo disorientati, un adolescente lo è molto di più. Essere accomodanti, però, non significa accettare di farsi bersagliare e, ancor meno, di abdicare al ruolo di guida. Sposta l'attenzione sui modi, cercando di tenere la barra senza una cieca rigidità.

Bisogna riconoscere l’importanza di ciò che tuo figlio/a sta vivendo, ma è bene continuare ad esigere rispetto. Per questo, è utile negoziare nuove regole. Probabilmente può sviluppare una sorta di insofferenza per una routine domestica e nella dinamica dei rapporti con i genitori perché si sente stretto in un ruolo (da bambino) che non riconosce più. Rivedi le regole, adattandole alla sua fase di crescita. Questo lo richiamerà alle responsabilità che intendi attribuirgli, ma gli permetterà l'agio di essere riconosciuto e legittimato nel nuovo status di individuo alla ricerca di indipendenza.

Ricordati che il rispetto non è negoziabile e che ci saranno sicuramente altri aspetti per te non in discussione. Individuali in base ai valori e all'educazione che vuoi trasmettere e trova il tempo di spiegare con calma perché non accetti che vengano trasgrediti tutte le volte che dovesse succedere.

 

 

Osserva, non spiare

 

Un buon modo di accompagnare un figlio o una figlia durante l'adolescenza è quello di essere vigili senza essere asfissianti. Parti dal presupposto che ogni eccesso in questo senso susciterà reazioni funeste e di totale rifiuto.

Meglio osservare con un occhio di riguardo alla privacy. I ragazzi saranno più sereni se non percepiscono di essere spiati o rigorosamente controllati. Non smettere però di stare attento: tocca sempre a te far funzionare le antenne per percepire eventuali minacce di concreti pericoli.

 

 

✔️ Che il genitore riconosca l’importanza di questa fase adolescenziale, e trovi il modo di rispettarla senza subirla, è importante per lo sviluppo dell’adulto che diverrà.

In fondo, chi da giovane non è entrato in conflitto con i propri genitori?

(E no, la storia che erano tempi diversi non regge!)

 

 

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Michelle Castenetto
michelle.castenetto@gmail.com
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